Story

Chi e' Sophie d'Ishtar

 Paola nasce in una piccola cittadina della Sicilia nell'anno 1984, in un mese primaverile. Ha mostrato un temperamento molto sanguigno e intenso sin da piccola, quando all'eta' di 4 anni decise che la danza classica, la quale stava praticando per volere della madre, non era affatto nelle sue corde. Il 4 e' un numero che la rappresenta molto, in quanto tutto comincia in quella giovane eta'.
Dopo un lungo trascorso ospedaliero molto drammatico che l'ha spesso portata  a giochi solitari dentro a quelle stanzette ludiche all'interno dell'ospedale, Paola incomincia ad avere un amico immaginario, con il quel condivide le piccole gioie da infante, innamorata della vita e delle varie favole che, con arguta immaginazione, le venivano in mente. E' da li che tutto nasce, al rientro nella sua bella Sicilia. Paola non abbandona mai il suo "nuovo amico" e con esso inizia ad inscenare, per la gioia dei vicini di casa, delle commediucciole che le facevano rimediare qualche monetina per comprarsi i dolcetti.
Vive la sua adolescenza in maniera anarchica, interiorizzando in modo troppo viscerale cio' che le accade, troppo spesso infelice per una realta' che sentiva non appartenerle e che l'ha spinta, all'eta' di 17 anni, ad abbandonare famiglia e amici approdando in una fredda e allora asettica Milano. Il primo anno vissuto fra sogni che sembravano lontanissimi e speranze che non riuscivano a concretizzarsi. Si perde tra i fumi della night life milanese: incontri particolari, viaggi mistici, riti emozionali fra assenzio e caffe' letterali, conosce artisti di ogni genere, scrittori decadenti e attrici voluttuose e da li capisce che non avrebbe potuto fare un mestiere che fosse lontano dal fuoco che le bruciava dentro; il fuoco dell'arte, dell'espressione, dell'interpretazione e cosi' decide di dedicarsi totalmente a cio' che, in maniera inconsapevole, faceva sin da quando era bambina: il teatro.
 Studia alla "Paolo Grassi" per tre anni, molto lunghi e tormentati, durante i quali vengono fuori paure e insicurezze che piu' volte la fanno tentennare sul suo percorso personale, sia come donna che come artista. Si dispera, piange, grida il dolore per un padre troppo assente e che non riesce ad amarla e per una madre troppo tenera che ha cercato con molta dedizione e a fatica di adempiere ad entrambe i compiti genitoriali e,  per questo, appare piu' vecchia di cio' che e'. E intanto la notte, per pagare l'accademia di teatro, si trasforma in Sofia, un ammiccante "femme fatale" che riempie i night club con movenze languide e sedute psicoterapiche verso tutti quegli uomini, apparentemente soli, ma con larga prole a casa.
Cosi il personaggio dentro la sua persona inizia a manifestarsi attivamente nella routine quotidiana di Paola e da li se ne aggiungono altri 5, oltre a lei, ognuno in un ambito artistico differente e, ognuno, con un suo iter esistenziale , un suo passato, e un suo presente, ognuno dei quali racconta una vita che Paola vive appieno, entrando da una porta come Sofia, e da un'altra come Anais, Nausica, Andrea, nessuno e centomila, come scriveva Pirandello.
Gli anni vissuti a Milano fra Shakespeare, Stanislasky  e l'odore acre di quei salotti viziosi, incrementano notevolmente il suo desiderio di rivalsa, in primis verso se stessa e poi verso tutti coloro che hanno cercato di ostacolare la sua anima artistica, verso tutti i moralisti intransigenti e ipocriti peccatori, verso gli stolti ignoranti e le 'donnucce' represse e bigotte che vivono in gabbia cercando di essere come le vorrebbero gli altri.
Cosi' si trasferisce a Roma dove frequenta la "Musical Theater Academy" e inizia ad esibirsi negli spettacoli musical, si cimenta in vari ruoli e spazia dal grottesco esilarante al dramma satiresco, finche' la sua congenita insufficienza respiratoria la riversa in un periodo di depressione artistica, in cui vorrebbe ma non ce la fa col fiato: cantare, ballare e recitare per due ore e' troppo difficoltoso per i suoi polmoni cosi' il sogno di Londra e il music hall svanisce. Pero' non smette mai di studiare e lavorare sulle cose che le piacciono, non abbandona la danza e lavora come corpo di ballo in tv, negli spettacoli teatrali e nei clubs piu' rinomati d'Italia e Spagna, sia come go go dancer che come direzione artistica.
"La danza mi appartiene da sempre, mi definisco una ballerina di strada, perche' lontana da ogni forma tecnica di posture e linee proprie della danza, personalizzo il ritmo che sento interiorizzandolo e interpretandolo come sfogo della mia anima. C'e' suggestione nelle mie movenze perche' al suono della musica mi partono dallo stomaco delle vibrazioni che mi inondando tutto il corpo e devo comunicarle ad un pubblico che preferisco sia di nicchia.
Il Burlesque entra a far parte della mia vita dopo l'incontro fortuito col mio mentore, Alessandro Casella, che cito piacevolmente perche' mi ha dato fiducia e possibilita' di esprimermi, che ha dato voce e corpo al mio nuovo personaggio Sophie d'Ishtar. E' da li che inizio ad esibirmi, dopo aver frequentato l'Accademia dell'arte del Burlesque, nel palco del Micca Club, suggestivo locale cabaret di Roma. Ed e' in questa culla artistica che nasce il mio amore incondizionato verso un arte che mi appartiene totalmente per cio' che rappresenta e racconta. Sul palco insceno show molto diversi fra loro, che attingono ad epoche diverse e a personaggi ovviamente caratteristici dell'epoca che racconto, ma c'e' sempre tanto di me in ogni esibizione, c'e' verita', c'e' il bagaglio che mi porto dentro da sempre, viste le mie particolari esperienze.
Nessun numero e' fine a se stesso, ognuno dei miei personaggi racconta il proprio vissuto proprio come Paola ha fatto da sempre nella sua vita. La mia Sophie nasce da una lunga ricerca introspettiva, racchiude in se la consapevolezza di arti gia' acquisite e il desiderio curioso di sperimentarne altre nuove, rappresenta una donna "femminea" e aggraziata, colei che guardandoti ti addolcisce l'animo con i suoi occhi leziosi. E' una creatura docile, ma mai remissiva e accomodante, l'Ishtar le conferisce la forza e il vigore di una dea maestosa, un entita' senza tempo, che viaggia nel corso della vita fra un passato ormai lontano e un futuro molto incerto.
Oggi continuo a danzare e recitare, non abbandonero' mai le mie vocazioni, non potrei, la donna che cresce in me le reclama come l'aria per i polmoni e , ovviamente, mi nutro di Burlesque quotidianamente, riesumando i miei vecchi incontri artistico-intellettuali che mi servono spesso come spunto e che mi hanno dato la forza per togliere i paraocchi e vedere il mondo nella sua interezza e oltre, ma soprattutto mi hanno dato la liberta' di essere ME STESSA, nonostante tutto."

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